Un piano industriale decennale per andare incontro alle sfide del futuro, che prevede 16 miliardi di investimenti e il superamento del concetto di multiutility. Questo è il progetto che lancia nel futuro A2A, presentato dall’Ad Renato Mazzoncini. Due i pilastri: economia circolare e transizione energetica, che permetteranno di unificare i settori energetici, la chiusura del ciclo dei rifiuti e l’investimento sulle rinnovabili.
Il piano prevede anche una forte spinta a livello occupazionale con l’assunzione, da oggi al 2030, di 6mila persone, di raggiungere il 30% di manager donne, il 40% di donne nei Cda del gruppo.
Dal punto di vista della riduzione delle emissioni di Co2, si prevede la riduzione del 30% delle emissione di gruppo. Questo obiettivo – ha spiegato Mazzoncini – si realizza incrementando la capacità di rinnovabili, in particolare solare ed eolico, la riduzione dei rifiuti conferiti in discarica. Pertanto bisogna lavorare per il recupero dei rifiuti in energia e materia crescendo di 4 milioni di tonnellate, che vuol dire 31 milioni di tonnellate di Co2, sarebbe come togliere tutta la Co2 di tutto il trasporto merci italiano”.
Il piano prevede anche una forte spinta a livello occupazionale con l’assunzione, da oggi al 2030, di 6mila persone, di raggiungere il 30% di manager donne, il 40% di donne nei Cda del gruppo.
Dal punto di vista della riduzione delle emissioni di Co2, si prevede la riduzione del 30% delle emissione di gruppo. Questo obiettivo – ha spiegato Mazzoncini – si realizza incrementando la capacità di rinnovabili, in particolare solare ed eolico, la riduzione dei rifiuti conferiti in discarica. Pertanto bisogna lavorare per il recupero dei rifiuti in energia e materia crescendo di 4 milioni di tonnellate, che vuol dire 31 milioni di tonnellate di Co2, sarebbe come togliere tutta la Co2 di tutto il trasporto merci italiano”.
Sul tema ambientale A2A è già attiva nella raccolta e lavorazione dei rifiuti: “Oggi siamo al 71% della raccolta differenziata e vogliamo andare al 76%. Il trattamento dei rifiuti significa anche recupero di materiale e produzione di biogas: “Attualmente – ha spiegato Mazzoncini – gestiamo 1 milione di tonnellate di raccolta differenziata e vogliamo crescere ulteriormente nell’organico. La maggior parte degli impianti che trattano organico fanno solo compostaggio e non fanno biogas. Vogliamo portare avanti la realizzazione di impianti che possano recuperare anche i gas”.
Altro obiettivo importante, che sarà finanziato con 1,8 miliardi, è il recupero di energia su cui A2A è già leader in Italia: “Oggi gestiamo 500mila unità abitative, il 50% del calore arriva da recuperi termici o rinnovabili e non da combustione fossile. Su questo tema investiremo 900 milioni e vorremmo arrivare al 73% del calore termine recuperato”. A2A significa anche gestione della rete idrica: in Italia si registra il 47% di perdite, che per la società si traduce in una perdita annua del 30%. Per questo sono previsti investimenti per ridurre ulteriormente le perdite: “Investiremo 1,1 miliardi, lavoreremo sull’efficienza della rete, ma riteniamo che il ciclo idrico si debba chiudere in maniera circolare nel ciclo dei rifiuti”.
Per quel che riguarda la transizione energetica, si punterà ad arrivare al 58% di energia prodotta da rinnovabili attraverso 4,1 miliardi di investimenti in sviluppo di impianti rinnovabili, 60% di impianti solari e 40% eolico. A questi investimenti si risponde con un aumento dei clienti privati con l’obiettivo di arrivare a 6 milioni rispetto ai 2,9 attuali, grazie alla fine del mercato tutelato entro il 2022 e una crescita della società NeN per poter vendere 28 terawatt ai clienti. Sulla mobilità elettrica si punta a chiudere 200 mila nuovi contratti entro il 2030, con l’installazione di 6 mila punti di ricarica pubblica e 50 mila domestica. Gli investimenti saranno su tutta la Penisola, ha concluso Mazzoncini, “perchè vogliamo diventare un player nazionale”.